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Insetto che sembra un colibrì: la Sfinge del Galio

Sfinge del Galio: l'insetto che sembra un colibrì

Molti si sono ritrovati in giardino ad osservare un insetto che sembra un colibrì: si tratta della Sfinge del Galio (Macroglossum stellatarum), un lepidottero della famiglia Sphingidae diffuso anche in Italia. Conosciuto comunemente come insetto colibrì, è noto anche come sfinge colibrì, farfalla sfinge o fiutola (in alcune regioni chiamato passera dei santi). Questa falena lunga circa 3 cm assomiglia infatti in modo sorprendente a un colibrì, sia per aspetto sia per il comportamento.

Un volo sospeso tra i fiori: l’illusione del colibrì

La Sfinge del Galio passa rapidissima da un fiore all’altro senza mai posarsi: resta sospesa in aria per qualche secondo battendo le ali velocemente in volo librato. Può arrivare a battere le ali fino a 70-80 volte al secondo, proprio come i piccoli colibrì, producendo un lieve ronzio.

Grazie a questo battito ultrarapido, l’insetto riesce a librarsi sul posto davanti ai fiori e a introdurre la sua lunga proboscide per succhiare il nettare, ricordando in tutto e per tutto il volo di un colibrì. La sfinge del galio è attiva nelle ore diurne e crepuscolari dei mesi caldi, e la si può avvistare comunemente in giardini, parchi e prati fioriti, attirata dai fiori ricchi di nettare.

Viene considerata un prezioso insetto impollinatore, poiché visitando molti fiori trasporta polline favorendo la fecondazione. Vederla volteggiare nei nostri giardini è quindi segno di un ambiente sano e ricco di biodiversità.

Spiritromba,
hovering e assenza di un pungiglione

Una caratteristica distintiva della Sfinge del Galio è la sua lunghissima proboscide, tecnicamente detta spiritromba (o spirotromba). Si tratta di un apparato boccale a forma di tubo sottile e allungato, che la falena tiene avvolto a spirale sotto la testa quando non lo usa.

Può raggiungere circa 2 cm di lunghezza e permette all’insetto di penetrare nel calice profondo di molti fiori per raggiungere il nettare. Grazie a questa sorta di cannuccia naturale, la Sfinge del Galio può nutrirsi di fiori tubolari (come il galio, da cui prende il nome, o la valeriana, il caprifoglio, la lavanda e molti altri) evitando la competizione con insetti dal apparato boccale più corto.

La sua alimentazione a base di nettare la accomuna ai colibrì e rende il suo ruolo ecologico simile, pur appartenendo a un gruppo del tutto diverso.

Una proboscide da record e un ronzio innocuo

L’altra peculiarità è la capacità di rimanere ferma a mezz’aria durante il pasto, comportamento noto in inglese come hovering. Questa abilità di volo stazionario è resa possibile dalla particolare muscolatura delle ali unita al peso ridotto dell’insetto. In pratica, la Sfinge del Galio può librarsi immobile nell’aria davanti a un fiore, bilanciandosi con rapidissimi colpi d’ala (fino a 80 al secondo) mentre estende la spiritromba nel fiore.

Lo stesso tipo di volo stazionario si osserva nei colibrì, in un notevole esempio di convergenza evolutiva, ovvero l’evoluzione indipendente di caratteristiche simili in specie diverse che affrontano sfide ambientali analoghe.

Nonostante il suo aspetto e il suo ronzio possano trarre in inganno, va sottolineato che la Sfinge del Galio non possiede alcun pungiglione e non è affatto pericolosa per l’uomo. A differenza di api o vespe, questa falena non punge e si limita a visitare i fiori. È un insetto innocuo che può essere ammirato senza timore mentre svolazza nel giardino.

Le maggiori differenze tra Sfinge del Galio e colibrì

Sebbene la Sfinge del Galio somigli molto a un colibrì nel volo e nelle abitudini alimentari, i due animali sono completamente diversi. Ecco alcune delle principali differenze tra la falena sfinge e il piccolo uccello nettarivoro:

  • Classificazione: la sfinge del galio è un insetto (ordine Lepidoptera, famiglia Sphingidae), mentre il colibrì è un uccello. Insetti e uccelli appartengono ovviamente a classi biologiche differenti, con anatomie molto diverse.
     
  • Presenza geografica: i colibrì in natura si trovano solo nel continente americano, quindi è impossibile avvistarne uno selvatico nei giardini europei. La Sfinge del Galio, al contrario, è diffusa in Eurasia e Nord Africa ed è comune in Italia. Dunque quel “colibrì” che vediamo sui fiori del nostro Paese  è quasi certamente la falena.
     
  • Stile di vita: i colibrì sono attivi di giorno, mentre la Sfinge del Galio preferisce le ore del crepuscolo (pur potendo volare anche di giorno). I colibrì poi devono posarsi frequentemente per riposare e dormono la notte, mentre la Sfinge del Galio vola instancabilmente nei periodi caldi e si ritira solo dopo il tramonto.
     
  • Alimentazione e anatomia: entrambi si nutrono di nettare, ma lo fanno con organi diversi. Il colibrì usa il suo lungo becco e una lingua estensibile, mentre la Sfinge del Galio utilizza, come abbiamo visto, la spiritromba. Anche il modo di bere è diverso: i colibrì spesso si infilano parzialmente nel fiore, la falena resta fuori in volo stazionario.
     
  • Dimensioni e velocità: la sfinge del galio ha un’apertura alare di circa 5 cm e raggiunge in volo circa 50 km/h. I colibrì variano per specie, ma molti sono leggermente più grandi e possono arrivare a velocità simili – anche oltre 50 km/h in picchiata. Infine, i colibrì possono volare all’indietro, abilità rara negli insetti.

Un piccolo inganno della natura che merita di essere conosciuto

Vedere la Sfinge del Galio librare su un fiore è un piccolo spettacolo della natura. Conoscere le sue caratteristiche ci permette di apprezzarla senza timori e di comprendere meglio le meraviglie della biodiversità presenti anche nei nostri giardini.

Meglio lasciarla fare il suo lavoro in pace: basta osservarla da vicino, senza toccarla o spaventarla. Come tutti gli insetti impollinatori, svolge un ruolo fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi, e interferire con il suo comportamento potrebbe comprometterne l’attività. Ecco perché non va catturata né toccata: basta un semplice sguardo attento per cogliere tutta la meraviglia di questo minuscolo acrobata alato.

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